Omelia alla Grotta

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Nelle letture di questa domenica ritorna la sottolineatura esigente e necessaria sul valor e insostituibile che la Parola di Dio deve avere nella vita di ognuno di noi.
Paolo nella lettera ai Romani ci ricorda che la fede nasce dall'ascolto della Parola: non dice dalla carità, dalla santità, dalle attività o da qualcos'altro. Certo queste cose contano, ma contrariamente a quanto spesso oggi si dice o si pensa, il posto centrale spetta solo alla Parola.


Dicendo "Parola" con la P maiuscola, non si in- tende una parola staccata dalla vita, tanto meno di una parola vuota. Si intende solo e unicamente la parola di Dio.
E' necessario e urgente quindi recuperare fiducia nella forza della Parola. Non è vero che gli uomini di oggi sono stanchi di parole: sono stanchi, semmai di parole vuote, ma non di parole vere qual è la Parola di Dio. E in questa terza domenica di quaresima la liturgia ci fa incontrare con le dieci parole di vita: i Comandamenti.


Il decalogo è parte dell'Alleanza di Dio con il suo popolo e riletto oggi in chiave cristiana e pasquale, si aggiorna e si completa con la salvezza e la liberazione operate da Dio in favore di tutti gli uomini per mezzo della Croce di Gesù. Le due tavole della legge, una riguardante il rapporto dell'uomo con Dio e l'altra il rapporto dell'uomo con il prossimo, ci sono, ora, consegnate da Gesù, il nuovo "Mosè" che ce le ha consegnate dopo averle, concretamente, attuate nella sua esistenza. Nel racconto del Vangelo di Giovanni, Gesù si trasferisce dal nord al sud della Palestina, da Cana, dove aveva appena compiuto il primo segno della trasformazione dell'acqua in vino, per l'intervento di Maria, a Gerusalemme dove compie un gesto altamente simbolico, lo scontro con i mercanti del Tempio: "portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato". Con questo gesto si passa dalla mentalità dell'uomo che offre sacrifici a Dio, alla certezza che nel Figlio immolato si celebrerà l'evento universale di salvezza per tutta l'umanità. E Gesù con il suo sacrificio si fa coinvolgente con tutti noi:
"Amatevi come io vi ho amati".


La croce è il superamento dell'antica legge, la croce è la distruzione del Tempio, "il velo del Tempio si squarciò da cima a fondo", perché la via della croce dimostra l'infinita fantasia divina, che si serve di uno strumento infame per docu- mentare l'amore, capace di esprimere il massimo delle sue possibilità.
È il ribaltamento di situazione che Maria canta nel Magnificat, dove i poveri sono esaltati e i ricchi senza Dio sono umiliati. Ci è facile, allora capire che solo la misericordia di Dio ci salverà. Ed è dentro questo travaglio di salvezza che la croce assume il suo significato più alto, così la croce diventa prima di tutto, solo e soltanto, AMORE.


Un'espressione popolare afferma: "Ti voglio bene da morire". Dovremmo allora anche noi diventare come la donna del "Cantico dei Cantici" che è "malata di amore" e ripetere anche noi ogni giorno come Bernadette. "non vivrò un solo istante senza amare".
In Gesù questa malattia è diventata contagiosa e prodigiosa: infatti con Lui e come Lui moriamo,
ma, ancor più con Lui e come Lui risorgeremo. Ora da questo luogo così importante e tanto caro a tutti noi, perché è qui che Maria mi ha suggerito le scelte più significative della mia vita, voglio esprimervi il mio grazie e quello di Gigliola per esservi uniti a noi in questa celebrazione eucaristica, perché è da qui che noi vogliamo ritornare a quel primo momento d'amore che cinquanta anni fa ci unì nel sacramento del matrimonio e ventidue anni dopo, proprio in questa Grotta, dopo una notte passata in preghiera, Maria mi invitò al servizio nella Chiesa nell'ordine del diaconato e del quale festeggio il venticinquesimo di ordinazione.

È da qui, circondati da tanti amici e sotto gli occhi dell'Immacolata, che Gigliola ed io vogliamo ripartire tenendoci per mano, per continuare il cammino di comunione e di amore fino a quando il Signore vorrà.
A Bernadette, nostra piccola grande amica, chiedo di intercedere sempre per tutti noi, per le nostre famiglie e per tutti gli Amici, grazie e benedizioni dalla mamma del cielo.


Luciano diacono

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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